Grazia Azzali nasce a Padova nel 1961.
Nel 1980 si diploma in Grafica Pubblicitaria e Fotografia presso il Liceo Artistico “M. Fanoli” di Cittadella, dove ha insegnato fino al 2020. Tra il 1981 e il 1985 frequenta l’Università di Padova (studia psicologia) e, contemporaneamente, l’Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida del maestro Emilio Vedova. Partecipa in questo periodo ad alcune esposizioni nell’ambiente di Bevilacqua la Masa (Venezia).
Pittrice e fotografa, partecipa nel 1986 alla Biennale dei Giovani Artisti delle Tre Venezie, Ex Macello di Padova. Tra il 1989 e il 1998 partecipa alle attività del gruppo degli artisti della “poesia visiva” italiana e internazionale, con il quale prende parte alla mostra evento, dal titolo “Poesia Totale 1897-1997”, presso Palazzo della Ragione a Mantova e Palazzo Forti a Verona a cura di Enrico Mascelloni e Isaia Mabellini, in arte Sarenco. Nel corso della sua collaborazione con quest’ultimo partecipa alla realizzazione del film “Safari”, come fotografa di scena.
Dal 1987 al 1991 si trasferisce a Rovereto (TN) dove lavora come insegnante all’Istituto Statale d’Arte “Fortunato Depero”. In questi anni espone al Palazzo della Ragione e al Museo Provinciale di Trento. Dal 2005 studia iconografia russa con il maestro Roberto Zaniolo. Le sue foto sono state selezionate da alcune case editrici, tra cui “Costa & Nolan” (foto copertina de “La pelle della cultura, un’indagine sulla nuova realtà elettronica” di Derrick de Kerckhove, Genova, 1996). È costante la sua presenza in numerose mostre personali e collettive, e numerosi sono i viaggi e i reportages fotografici in tutto il mondo.
Negli anni seguenti si dedica alla scultura, approfondendo in particolare il mondo della ceramica raku. Questo approccio più materico, “artigianale”, spinge Grazia verso l’arte applicata ispirandola alla creazione di oggetti d’arredo e allo studio dell’interior design.
Hanno scritto su di lei: Paolo Rizzi, Danilo Eccher, Elina Massimo, Ernesto Luciano Francalanci, Michela Giacon, Sirio Lüghinbul, Enrico Mascelloni, Joan Brossa, Andrea Valleri, Lucia Mayer e Carolina Lio, Gianluigi Guarneri.
PITTURA | FOTOGRAFIA ANALOGICA | SCULTURA |
SERIE FOTOGRAFICHE
Stampe da negativo su carta baritata con viraggi seppia e colore (dal 1977 al 2000)
Sperimentazioni fotografiche analogiche (dal 1985 al 2000)
Stelarc – Oltre la Morte (1996)
Ritratti di Poeti visivi (1998)
SERIE PITTORICHE
Serie pittorica ispirata alla cultura dell’Oceania, in particolare all’Isola di Pasqua. Elaborazioni personali dei miti locali.
Angeli, giardini e labirinti (dal 2000 al 2007)
Serie pittorica con tecniche classiche e sperimentali caratterizzate da un accentuato cromatismo e una ricerca spirituale in chiave fiabesca ed etera.
Serie pittorica eseguita con emulsione fotosensibile trattata con color seppia, oro, nero e contaminazioni con tecniche classiche. L’artista, applicando le sue conoscenze di stampa fotografica analogica, sperimenta la ricerca della luce attraverso un percorso inverso, partendo dal nero.
Torri inverse (2019)
Serie pittorica olio su tela.
SERIE SCULTOREE
Eidola (dal 2011 al 2013)
Serie scultorea realizzata con cartapesta, colori e piume d’uccello, prendendo ispirazione dai viaggi nei Mari del Sud e dalle suggestioni esotiche raccolte durante gli anni passati. In queste opere viene elaborata una personale interpretazione della spiritualità ancestrale del “selvaggio” (Claude Levi-Strauss), incarando nel materico una meditazione sull’impermanenza della realtà fisica.
Bla bla (2014)
Serie scultorea in ceramica raku. Rappresentazione simbolica del linguaggio e della comunicazione contemporanea, una riflessione post-pop tra la forma e l’informe, espressione del caos vuoto dell’attualità.
Nomades (2015)
Serie scultorea in ceramica raku. Medaglioni informi rappresentanti la volta celeste notturna.
Vimana (2016)
Serie scultorea in ceramica raku. Collezione di uova eseguite al tornio ispirate all’uovo cosmico.