Alchemica – Exhibition in Virtual Gallery
by Ginevra Amadio, Arte.Go.Gallery (Online) 2023Related series:
È un’arte di contatto quella di Grazia Azzali, una sonda sull’interazione della mente, delle smarginature dell’essere che appaiono ferite profonde, come un solco incolmabile tra la vita e le sue rappresentazioni. Non c’è immagine che non gridi, che non stilli umori e/o suggestioni dall’ ‘involucro’ di carta, evocando un mondo inaccessibile al discorso comune, lontano dall’io interrogante, perso nei recessi di una psiche imperscrutabile.
In un costante contrappunto con le sue proiezioni, le fotografie di Azzali pescano dal calderone metafisico, lavorano con l’astrazione pittorica e la messa in scena del soggetto/oggetto spogliando al tempo l’arte – le arti – di una certa aura sacrale, eludendo la riproducibilità tecnica come se solo il sabotaggio, l’infinito ricorso alla sperimentazione, potesse dar conto del caos della mente. In un concentrato di umori, inversioni, giochi finalizzati alla decostruzione del reale, Azzali espone la dicotomia affermazione/negazione, ne mette ‘in scena’ gli scarti, le incertezze, il muoversi in bilico tra percezione e tattilità. Anche i confini si allargano, cedono, svelando la fallacia della normatività: non una tecnica classica – dunque accettata – bensì un mescolarsi di spunti, di idee, come un magma ribollente in cui giacciono i ‘segni’ di una nuova dimensione.
Le fotografie, analogiche e stampate su carta baritata con viraggi seppia e altri colori, interrogano una condizione esistenziale in cui è il corpo a narrare, a portare a compimento le Visioni del surreale, dove nessun livello è escluso e il discorso si configura come un viaggio potenzialmente interminabile, capace di parlare all’io e al noi mediante accostamenti inusuali, accoppiamenti mai giudiziosi perché ispirati, quasi, all’(il)logica del puer hillmaniano, che tende a una pienezza prenatale, all’essere fuori dal tempo, rifiutando la sopraffazione di Kronos
Così il doppio, cifra stilistica di Azzali, diviene porta d’accesso a una condizione di ricerca, di interrogazione perenne, laddove si ha la fusione – alle porte della percezione – dell’occhio che guarda e dell’oggetto osservato. Trasgredire ogni limite: è questo il fine della puerilitas aeterna, un desiderio di amoralità e immoralità mentre tutto si trasforma.
Sono gli stessi titoli delle opere a suggerire un percorso di immersione psichica, di rifiuto dei pre-testi e delle dicotomie, dall’accostamento di sacro e profano (Santa Lucia 1 e 2) alle culture distanti apparentemente opposte (Japonaiserie; Parigi; Mari del Sud). In questa conciliazione impossibile e impensabile, dove vita e morte si toccano lambendo i confini dell’esoterismo (Il sabba; Il falco), l’arte di Azzali raggiunge il suo picco e svelando una tensione rivoluzionaria che abbraccia la condizione del femminile (Rivoluzione femminile), il potere alchemico delle donne.
Oceanina, splendido accostamento solarizzato tra un corpo nudo e le onde del mare racchiude, in tal senso, tutta la forza della sua visione: tornare al mare per rinascere, come in un liquido amniotico, Tornare alla vita, in tutta la sua splendida, indicibile purezza.
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